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CAPITOLO 7

Bugie che non aiutano

 

Desidero a questo punto fare una precisazione importante. Le persone sono ovviamente libere di agire come meglio credono e con questo libro non intendo demonizzare o mettere alla berlina nessuno, neanche i fumatori più incalliti. Sono ben consapevole dei disagi che affrontano e non sono qui per dare giudizi.

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Ho già avuto modo di spiegare il mio scopo nelle prime pagine: aiutare i fumatori che, per ragioni diverse, non riescono a liberarsi dalla schiavitù del fumo.

In particolar modo, in questo libro mi rivolgo a quelli che in precedenza ho definito fumatori irreversibili, fumatori incalliti, fumatori appassionati e fumatori moderati, ma mi appello anche a chi vuole aiutare un parente, un amico o un conoscente a smettere di fumare e sta cercando un metodo efficace.

Ci sono fumatori e fumatori. Conosco persone che consumano due pacchetti di sigarette al giorno e altri, invece, che non superano le due, tre sigarette alla settimana. Questi ultimi non sono, ovviamente, soggetti agli stessi effetti negativi di chi fuma trenta, quaranta sigarette nell’arco di una sola giornata. Uno dei rischi, però, è che possano in un momento difficile o a causa di un nuovo amico che fuma molto, aumentare gradualmente il consumo di sigarette, elevando anche la dipendenza alla nicotina. Ho conosciuto persone che, in periodi di particolare stress, sono passate dal consumare due o tre sigarette al giorno a venti o trenta nell’arco di pochi mesi.

Non sempre chi fuma ha voglia di parlare apertamente del proprio vizio: la tendenza a non voler affrontare la realtà dei fatti o l'argomento è tipico di molti consumatori di sigarette. Una delle circostanze più comuni è trovare fumatori che, pur di non ammettere di essere schiavi del tabacco, inventano ogni sorta di giustificazione. Molte volte mi sono trovato di fronte a persone che, nonostante consumino quantità elevate di sigarette, cercano di spacciare il proprio vizio come un innocuo piacere, sostenendo di non essere soggetti ad alcuna schiavitù e di poter smettere in qualsiasi momento. Chi fuma trenta, quaranta sigarette al giorno non lo fa certo per piacere o per rilassarsi. Questa è una piccola grande bugia che il fumatore deve raccontare a se stesso e al mondo. Chi fuma tali quantità di sigarette lo fa perché ne è dipendente: senza, cadrebbe preda di forti crisi d’astinenza indotte dalla nicotina. È obbligato a fumare per placare tutta una serie di sintomi fastidiosissimi. Cercare di calmare i sintomi significa, per molti fumatori, provare una sensazione di piacere, ma si tratta di una risposta innaturale e artificiale, neppure lontanamente paragonabile al benessere che si prova nell’immettere nei polmoni aria fresca di montagna o nel respirare i profumi inebrianti della natura. Fumare è unazione obbligata che la persona deve compiere non appena l’effetto della nicotina diminuisce, per non essere torturato dai sintomi dell’astinenza. È l’attenuazione e la riduzione dei sintomi fastidiosi che crea il “piacere” e il senso di “rilassamento”.

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La nicotina è forse paragonabile a una piccola bestia che entra nel corpo del fumatore, chiedendo di poter rimanere in vita nutrendosi del fumo delle sigarette.

Il fumatore che sostiene che le sigarette lo rilassano, in realtà sta affermando che, quando fuma, tutti i sintomi che agiscono contro di lui (irrequietezza, stress, nervosismo, agitazione, ansia) sono messi a tacere. Sono i continui stati di malessere - a volte lievi, a volte no - che lo obbligano a consumare una sigaretta dietro l’altra. Quando il fumatore riprende a fumare, subito dopo le prime boccate, i sintomi diminuiscono d’intensità e in pochi secondi il suo organismo può nuovamente provare un senso di sollievo. Ma è una sensazione illusoria e temporanea: dopo aver finito la sigaretta, appena l’effetto della nicotina diminuisce nuovamente, i sintomi ricominciano a bussare alla porta obbligando il povero fumatore a consumare un’altra sigaretta, pena la sofferenza indotta dai sintomi dell'astinenza. Ogni persona con il vizio di fumare, sperimenta queste sensazioni di malessere continuamente, travolta da una reazione a catena senza fine. La sua vita e i suoi giorni sono, il più delle volte, una continua lotta tra la bestia che vive nel suo corpo e la sua volontà di smettere di fumare. La cosa che rende ancor più triste la situazione è che il fumatore, di fronte a chi gli ricorda per il suo bene che fumare fa male, sviluppa una serie di risposte e affermazioni quasi automatiche per giustificare il suo vizio.

“Fumo, ma posso smettere quando voglio”.
“Fumo perché mi dà piacere e mi rilassa”.
“Ci sono persone che fumano e vivono fino a 90 anni”.
“Ci sono cose ben più gravi”.
“Si vive una volta sola”.
“Toglimi questo piacere e cosa mi resta?”.
“Ho solo questo vizio”.
“Di qualcosa si deve pur morire”.

Queste sono tra le affermazioni più comuni pronunciate dai fumatori per dare un senso al vizio o per difendere la propria scelta di fumare. La verità è che molte di queste asserzioni sono semplicemente delle bugie. Affermare che fumare è un piacere quando in realtà è un continuo placare e controllare sintomi fastidiosi, è palesemente una menzogna. “Fumo, ma posso smettere quando voglio” è un’altra bugia: la nicotina crea dipendenza e, nella maggior parte dei casi, non si riesce a smettere quando si vuole. “Toglimi questo piacere e cosa mi resta?” è un’affermazione grave; sottintende, infatti, che alla persona alla quale ipoteticamente si sottrae la sigaretta non rimarrebbe nulla.


È VERO IL CONTRARIO
: SE NON PRESTI ATTENZIONE ALLA TUA CONDIZIONE E NON SMETTI DI FUMARE, RISCHI DI ANDARE VERAMENTE VERSO IL NULLA!

Ricorda che fumare fa male e ogni affermazione diversa è solo un tentativo di sminuire questa semplice verità.

La tua intenzione è smettere di fumare e ti stai attivando in questo senso? Allora non devi assolutamente mentire a te stesso! È un passo obbligato per il successo in tale impresa. Inizia a guardare in faccia la realtà, senza mistificazioni. Ripetere a te stesso e agli altri che non sei schiavo della sigaretta, quando i fatti dimostrano il contrario, è palesemente un'alterazione della realtà. Invece, riconoscere la verità e mettere da parte le menzogne, come quelle citate poc’anzi, può esserti di aiuto e avere anche un certo valore terapeutico.

Ci vuole proprio un cambio di atteggiamento e punto di vista. Non devi difenderti da nessuno: tu sei quello che sei, e riconoscere e dire la verità non è difficile. Smettere di fumare richiede onestà innanzitutto verso se stessi, e necessita di affrontare la realtà dei fatti. È alquanto difficile liberarsi dalla sigaretta se prima non ci si libera dalle bugie e dalle menzogne. Voler far apparire il vizio di fumare come qualcosa di cui si ha il controllo, è una mistificazione bella e buona. Se la persona avesse veramente il controllo della situazione non dovrebbe affrontare disagi nello smettere di fumare, non comincerebbe a tremare o a innervosirsi solo all’idea di finire il pacchetto di sigarette e di rimanerne senza. Il fumatore deve riconoscere che, in verità, non ha affatto il controllo della situazione, ma è questa a controllare lui a causa del suo vizio. Dunque, continuare a mentire non ti aiuterà. Invece, scrollarti di dosso la corazza di menzogne che hai dovuto costruire come sistema d’autodifesa, ti sarà certamente d’aiuto, donandoti in molti casi un certo sollievo!

Quando ti relazioni con altre persone non c’è assolutamente nulla di male nel dire “Ho un problema, non riesco a smettere di fumare”, ti renderà sicuramente più umano e sincero agli occhi degli altri e saprai d’essere nella verità. Non sentire più la necessità di mentire ti farà sentire certamente meglio. laughing Riconoscere la verità è sempre d'aiuto.

È facile diventare vittima di se stessi e delle proprie bugie. Liberarsi dalle menzogne e dalle giustificazioni è un modo per cominciare a lavorare nella giusta direzione.

Ricorda: le bugie non sono mai d’aiuto, la verità sì.

 


 

Indice del libro

 

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